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venerdì 30 marzo 2012

Gli esseri viventi e il loro ambiente

L’ecologia 
studia come gli esseri viventi possano stare insieme, come in un gigantesco puzzle, e come le attività dell’uomo a volte danneggino il mondo naturale. All'interno di un ecosistema ci sono parecchie catene alimentari. Una catena alimentare è una descrizione di quali specie in un ambiente consumano quali specie (piante, animali o entrambi). Se l'ecosistema perde uno dei suoi membri, si può bloccare. Per esempio, se i gufi nella catena alimentare della foresta morissero, i roditori potrebbero cominciare a moltiplicarsi ,riempiendo la zona ed esaurendo risorse che anche altri animali usano.

LE POPOLAZIONI E I LORO HABITAT.    L’habitat è l’insieme delle condizioni ambientali fisiche (ad esempio, luce e temperatura) e in cui un organismo cresce ed realizza le sue funzioni vitali. L'insieme degli organismi che popolano un habitat prende il nome di comunità; la funzione che ciascun organismo compie all'interno dell'habitat prende il nome di nicchia ecologica.

LE CATENE ALIMENTARI HANNO UNA FINE?   L’ultimo passaggio di molte catene alimentari prevede un superpredatore: un grosso animale, abile e feroce cacciatore. Tipo i falchi e le aquile nell’aria, i leopardi e le tigri sulla terra, gli squali e le orche in mare. I superpredatori predano altre creature ma non vengono cacciati. I superpredatori non vivono per sempre! E quando muoiono, anch’essi vengono mangiati.
LE INTERAZIONI TRA I VIVENTI E L’HABITAT  
   Le interazioni si manifestano :                                                                                            1) Le piante , gli animali e l’acqua . L’acqua è la sostanza più importante per la vita.        2) Le piante,  gli animali e la luce. La luce è indispensabile perche avvenga la fotosintesi clorofilliana.     3) Le piante,  gli animali e l’aria . I vegetali e gli animali estraggono dall’aria l’ossigeno per la respirazione cellulare.       4) Le piante,  gli animali e il  calore . Gli animali possono difendersi dal freddo grazie alla protezione di folte pellicce.   5) Le piante,  gli animali e il terreno . La maggior parte delle piante vivono su qualsiasi tipo di terreno.

-LA CATENA ALIMENTARE 
 Tutti gli esseri viventi sono collegati fra loro come gli anelli di una catena, a seconda di chi "mangia" e chi "viene mangiato". Le piante vengono mangiate dagli erbivori, di cui si cibano i consumatori primari; questi vengono mangiati dai consumatori secondari. Le piante sono PRODUTTORI di cibo , mentre gli animali sono CONSUMATORI.


I BIOMI TERRESTRI
Le regioni della Terra hanno climi differenti: è diverso vivere nel caldo del deserto del Sahara o in una distesa gelata della Lapponia!  Che cosa cambia? La quantità di pioggia che cade in un anno, il tipo di terreno, la quantità di ore di luce, la temperatura dell'aria... Si può allora distinguere grandi regioni (i biomi), caratterizzate da un certo tipo di clima e quindi da un certo tipo di vegetazione . I principali biomi sono :la foresta pluviale che è a cavallo dell’equatore , il clima è caldo e umido tutto l’anno . Qui piove spesso ma la vegetazione è rigogliosa . Allontanandosi dell’equatore il clima inizia ad avere delle stagioni secche , qui si trova la foresta tropicale dove vivono scimmie , leopardi e giaguari . Dove la foresta tropicale si dirada ha inizio la savana un bioma con un clima caldo , dove si hanno immense distese di erbe verdeggianti.
Poi c’è  il deserto  dove le piogge mancano o sono molto rare. In questo habitat la mancanza di acqua rende difficile la sopravvivenza e il panorama di solito è desolato. Nelle zone che fanno da contorno ai deserti si estendono le praterie dove le precipitazioni sono concentrate in primavera. Il bioma della macchia mediterranea caratterizza soprattutto la fascia costiera italiana , prende il nome del mar Mediterraneo . La vegetazione è formata da arbusti .  Poi ci sono : la foresta boreale , la foresta temperata , la tundra e l’ambiente polare .
 L’EVOLUZIONE DEGLI ECOSISTEMI


Il termine evoluzione indica il cambiamento nel tempo del patrimonio genetico dei membri di una popolazione; gli ecosistemi non sono entità statiche ma dinamiche sottoposte a una continua evoluzione .Viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il futuro del Pianeta Terra è soprattutto nelle nostre mani. Temibile perché la nostra generazione è la prima, da quando la specie umana è comparsa sulla Terra, ad avere il potere di distruggere in poco tempo tutto quello che ci proviene dal passato, rischiando inevitabilmente quello che potrebbe esistere nel futuro del nostro pianeta. L'uomo interviene sulla natura per i più svariati motivi. Da una parte chi mette gli interessi economici dinnanzi a tutto, non esita a togliere foreste o a contribuire all'estinzione delle più svariate specie di animali. Dall'altra chi si preoccupa di ripopolare, ciò che viene meno. Ma se lasciassimo che la natura facesse il suo corso? Se fosse la natura a decidere in base alle sue leggi, quali animali debbono continuare a vivere e quali no? La natura, a mio avviso, non si sta distruggendo da sé. Sta semplicemente seguendo il suo corso. I dinosauri sono scomparsi perché non avevano più ragione d'esistere. Però anche l’uomo non deve intervenire per devi motivi economici .La maggior parte degli ecosistemi si sono formati con una lunga evoluzione dovuta a processi di adattamento tra specie e clima e sono anche in grado di autoregolarsi e resistere a repentine variazioni dell'ambiente esterno.L'evoluzione eco sistemica finisce con una fase detta CLIMAX per raggiungere la quale si succedono una serie di passaggi graduali (stati serali). Climax climatico: la comunità è in equilibrio stabile con le condizioni generali del clima regionale (si autoperpetua). Climax edafico: stadi stazionari modificati, in equilibrio con le particolari condizioni locali del suolo. DISCLIMAX: ecosistema al quale non si permette di raggiungere il CLIMAX, perché l'uomo lo mantiene in disequilibrio (super pascolo, campo coltivato ). Una successione ecologica si basa sul fatto che gli organismi, ad ogni stadio della successione stessa, modificano l’ambiente, rendendolo più favorevole per alcune specie e meno per altre.Le fasi della successione dipendono dal tipo di suolo e dal clima che caratterizzano un’area.

La successione ecologica
La successione ecologica è l'evoluzione di un ecosistema, dovuta al passaggio nella stessa area di diverse comunità in relazione alla modificazione dell'ambiente fisico, causata a sua volta dall'azione degli organismi.Il processo di successione tende al raggiungimento di un ecosistema stabile, o climax, mantenendo integra la propria struttura.Secondo l'ambiente, si possono distinguere successioni primarie e secondarie.
-La successione primaria-
La successione primaria ha luogo in aree mai abitate (per esempio, isole vulcaniche di recente formazione, dune sabbiose, ecc.).La successione ha inizio con l'insediamento di organismi tipo i batteri, licheni , in grado di sopravvivere e riprodursi in ambienti poco ospitali e con scarse disponibilità alimentari. Questi organismi operano modificazioni nell'ambiente, soprattutto perché favoriscono la formazione di humus (produzione di sostanza organica ) .Tali modificazioni preparano l'insediamento della comunità successiva, con organismi più complessi e con maggiori esigenze ecologiche. Le interazioni di questi ultimi con l'ambiente producono ulteriori variazioni che consentono l'insediamento di altri organismi, e così via fino al raggiungimento della comunità climax.

-La successione secondaria-
La successione secondaria si instaura in aree già abitate e successivamente distrutte (per esempio, aree incendiate o sepolte da frane, coltivazioni abbandonate ecc.). Fin dagli stadi iniziali si possono insediare comunità più complesse, poiché generalmente l'evento che ha causato la distruzione dell'ambiente precedente non ha comunque impedito la conservazione di alcuni elementi, come semi o spore.Non sempre la successione secondaria porta all'insediamento della comunità climax caratteristica della zona: spesso intervengono incendi, inondazioni o altri fattori di disturbo che portano alla situazione di massima stabilità consentita in quel caso (climax edafico).




EUTROFIZZAZIONE
Molte attività umane determinano, nei fiumi e nei laghi, un aumento della concentrazione di sostanze chimiche che stimolano in modo anomalo la crescita di alghe e plancton. Questo processo, detto eutrofizzazione, riduce l'ossigeno disciolto in acqua e, di conseguenza, rende difficile la sopravvivenza degli organismi acquatici. L'eutrofizzazione indica una condizione di ricchezza di sostanze nutritive in un dato ambiente, in particolare un eccesso di nitrati e fosfati in un ambiente acquatico.             Alcuni effetti negativi dell'eutrofizzazione sono:

1)Aumento della biomassa di fitoplancton 
2)Sviluppo di specie tossiche di fitoplancton 
3)Aumento della quantità di alghe gelatinose 
4)Aumento delle piante acquatiche in prossimità dei litorali 
5)Aumento della torbidità e del cattivo odore dell'acqua 
6)Diminuzione della quantità di ossigeno disciolto nell'acqua 
7)Diminuzione della diversità biotica 

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