IL MELODRAMMA E ALTRE NUOVE FORME MUSICALI
L’arte barocca si caratterizzò per essere molto carica ed enfatica, fino all’esagerazione; ma con la musica si verificò, in un primo momento, tutto l’opposto. Questo perché alla fine del XVI secolo nacque in Italia una nuova tendenza a semplificare i brani musicali, ricercando i suoni e le melodie dell’antica Grecia. Ciò diede origine a melodie soliste, cariche di ornamenti e accompagnate da diversi strumenti musicali. In questo modo, si voleva sfuggire alla polifonia (due o più melodie o voci che suonano simultaneamente) che aveva caratterizzato la fine del Rinascimento.
Tutto ciò coincise con la nascita dell’opera (o melodramma), che per l’appunto si compone di melodie cantate e accompagnate strumentalmente. Fu l’italiano Claudio Monteverdi, all’inizio del Seicento, a dare all’opera la sua forma moderna. Altri generi musicali che presero le mosse in quest’epoca e che pure includevano la voce e l’accompagnamento strumentale furono la cantata e l’oratorio.
Durante tutto il periodo barocco, ovvero fino a metà del secolo XVIII, la musica strumentale ebbe una grande evoluzione. Allo stesso tempo si affermarono nuove forme musicali, che lasciavano più libertà ai compositori. Fu un’epoca in cui l’improvvisazione degli esecutori e degli interpreti, che ostentavano il proprio virtuosismo nell’organo o nel clavicembalo, conferiva loro molto prestigio. Così nacquero alcuni tipi di brani musicali che si basavano su questa libertà, come il preludio, la fantasia o la toccata.
Fecero anche la loro comparsa le suite, che erano composizioni strumentali costituite da più movimenti di danze dell’epoca, come il minuetto o la giga. Queste danze si ballavano nelle corti dei nobili.
IL CONCERTO
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